Cartelle esattoriali scadute
Quando si ricevono delle cartelle di pagamento dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, è possibile trovarsi in una situazione economica che non consente di pagare entro i termini previsti, ossia entro i sessanta giorni successivi alla ricezione della notifica. Tuttavia, non appena si avrà la disponibilità economica per adempiere, sarà necessario procedere al pagamento, anche se la cartella esattoriale è ormai scaduta.
Sebbene i termini previsti per il pagamento delle cartelle esattoriali scadute possano essere trascorsi, il debito rimane comunque dovuto e la sua prescrizione non è automatica. Pertanto, una volta che si dispone dei fondi necessari, è importante regolarizzare la propria situazione debitoria pagando il debito anche se la cartella è scaduta.
È importante sottolineare che il pagamento del debito dopo la scadenza della cartella può comportare l’applicazione di interessi di mora e sanzioni, oltre a eventuali spese di notifica e altre spese accessorie. Tuttavia, adempiere al pagamento del debito non solo evita ulteriori conseguenze legali, ma può anche prevenire ulteriori accrescimenti del debito stesso. Inoltre, dimostra un comportamento responsabile e può influenzare positivamente la reputazione creditizia del debitore.
Termini per pagare la cartella esattoriale
Una cartella esattoriale deve essere pagata entro 60 giorni dalla data di notifica al contribuente/debitore. Il pagamento del debito estingue la sua obbligazione di pagamento. Tuttavia, se la notifica della cartella non riesce e il contribuente non riceve direttamente la notifica, sarà rilasciato un avviso di giacenza.
Il termine per pagare la cartella a partire dall’avviso di giacenza dipende dal momento in cui avviene il ritiro della cartella:
- Se il ritiro della cartella avviene entro i successivi 10 giorni dall’emissione dell’avviso di giacenza, il termine per il pagamento decorre dal momento del ritiro stesso.
- Se il ritiro avviene dopo l’11º giorno dall’emissione dell’avviso di giacenza, il termine per il pagamento decorre dall’11º giorno.
Al contrario, i termini per fare ricorso contro la cartella di pagamento non sono sempre uguali e variano a seconda del tipo di importo richiesto. In particolare, tali termini sono di:
- 60 giorni, nella generalità dei casi;
- 40 giorni, per le cartelle per debiti dovuti all’Inps o all’Inail;
- 30 giorni, per le cartelle per debiti dovuti a multe stradali.
Scadenza del termine per pagare
Qualora il contribuente non provveda al pagamento entro i termini previsti, già dal giorno successivo l’Agenzia Entrate Riscossione potrebbe iniziare ad attuare azioni esecutive o cautelari, come il pignoramento dei beni, il fermo auto o, per debiti superiori a 20.000 euro, l’iscrizione di un’ipoteca.
Sebbene la legge consenta l’applicazione immediata di tali azioni esecutive o cautelari non appena scaduto il termine per il pagamento, è frequente che queste azioni vengano avviate in ritardo, talvolta fino a quando la cartella esattoriale cade in prescrizione.
La prescrizione rappresenta il termine entro il quale l’Agenzia deve intraprendere azioni legali per il recupero del debito. Se il periodo di prescrizione scade prima che l’Agenzia agisca, il debito non può più essere recuperato legalmente.
Pagamento tardivo o parziale delle cartelle esattoriali
Il contribuente ha la facoltà di effettuare il pagamento oltre il termine previsto per adempiere. In tal caso, l’erario non ha il diritto di rifiutare il pagamento in ritardo, né un pagamento parziale. Questa possibilità consente al debitore di gestire in modo più flessibile il proprio debito.
Infatti, se il contribuente decide di pagare solo una parte del debito, ciò può contribuire ad evitare l’iscrizione di un’ipoteca o il pignoramento della casa. Il pagamento parziale riduce l’importo del debito e, di conseguenza, rientra nei limiti entro i quali l’immobile non può essere aggredito.
È importante notare che il pagamento parziale può essere una strategia efficace per evitare gravi conseguenze come l’ipoteca o il pignoramento. Tuttavia, è consigliabile comunicare tempestivamente con l’Agenzia Entrate Riscossione per concordare un piano di pagamento o una rateizzazione, se necessario. Inoltre, è fondamentale essere consapevoli che il debito rimanente potrebbe comunque essere soggetto ad interessi di mora e sanzioni fino al suo completo saldo.
Modalità di pagamento della cartella esattoriale scaduta
Una volta compreso che è possibile effettuare il pagamento di una cartella esattoriale anche in ritardo e che l’erario non può rifiutare un pagamento tardivo o parziale, è importante esaminare i metodi disponibili per pagare tali cartelle.
In realtà, il pagamento delle cartelle esattoriali scadute avviene utilizzando le stesse modalità previste per quelle pagate nei termini. È possibili effettuare:
- Pagamento online: attraverso il sito web dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione, è possibile effettuare il pagamento in modo sicuro e rapido.
- Pagamento alle poste: è possibile recarsi presso gli uffici postali e saldare il debito utilizzando gli appositi servizi disponibili.
- Pagamento in banca: è possibile effettuare il pagamento presso gli sportelli bancari autorizzati.
- Home banking: utilizzando il servizio di home banking del proprio istituto di credito o di Poste Italiane, è possibile effettuare il pagamento comodamente da casa.
- Sportelli automatici bancari e postali: è possibile utilizzare gli sportelli automatici bancari e postali abilitati per effettuare il pagamento.
- Tabaccai convenzionati: presso i tabaccai convenzionati è possibile saldare il debito presentando la cartella esattoriale.
- Sportelli dell’Agente della riscossione: infine, è possibile recarsi direttamente agli sportelli dell’Agente della riscossione che ha emesso la cartella per effettuare il pagamento.
Termini per pagare una cartella esattoriale scaduta
Nel caso in cui il pagamento di una cartella esattoriale non venga effettuato entro il termine di 60 giorni, non è previsto un limite per il pagamento che avviene oltre la data di scadenza. Tuttavia, è nell’interesse del debitore adempiere il prima possibile per evitare l’avvio di eventuali procedure esecutive che potrebbero comportare ulteriori conseguenze finanziarie e legali.
Per tutelare la posizione del debitore, è prevista la possibilità di pagare il debito a rate. Optando per il pagamento a rate, ci sono diversi vantaggi e regole da tenere presente:
I pignoramenti già in corso vengono abbandonati con il pagamento della prima rata.
Vi è il divieto di avviare nuovi pignoramenti o fermi/auto o ipoteche mentre il piano di rateizzazione è in corso.
Eventuali fermi o ipoteche già iscritti prima della rateazione rimangono validi fino al pagamento dell’ultima rata. Tuttavia, nel caso del fermo auto, il debitore può ottenere una sospensione del fermo stesso versando la prima rata e riprendere la circolazione del veicolo. Il fermo sarà definitivamente estinto solo con il pagamento dell’ultima rata del piano di rateizzazione.
Rateizzazione debiti fino a 100 mila euro o superiori
Per importi fino a 100 mila euro, si può chiedere e ottenere la rateizzazione direttamente on-line usufruendo del servizio “Rateizza adesso” presente nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
In alternativa, si può inviare la relativa richiesta tramite gli specifici indirizzi pec riportati nel modello di rateizzazione.
Per ottenere la rateizzazione sarà necessario dichiarare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà, senza tuttavia aggiungere alcuna documentazione. In questo caso, si potrà accedere al piano ordinario, che consente di pagare il debito fino a un massimo di 72 rate (6 anni) con rate costanti o crescenti in base alla preferenza espressa.
Anche per importi superiori a 100 mila euro, è possibile richiedere la rateizzazione presentando domanda tramite gli specifici indirizzi pec.
Per ottenere il beneficio del pagamento rateizzato, sarà necessario allegare la certificazione relativa all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) del proprio nucleo familiare per attestare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà economica.
Qualora la richiesta dovesse essere accolta, anche per i debiti superiori a 100mila euro si accederà al piano ordinario che consente, come per i debiti di importo inferiore, di pagare il debito fino a un massimo di 72 rate (6 anni) con rate costanti – e quindi dello stesso importo – o crescenti in base alla preferenza espressa.
Piano straordinario di rateizzazione
Oltre al piano ordinario, esiste la possibilità di richiedere un piano straordinario di rateizzazione. Tale piano prevede la possibilità di pagare dilazionando le rate fino a un numero di 120 (e, quindi, 10 anni). Per ottenere un piano straordinario, è necessario dimostrare di non poter pagare il debito secondo i criteri previsti per un piano ordinario. In questo caso, si può presentare la domanda tramite gli specifici indirizzi pec riportati nel modello di rateizzazione che si rinviene sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. A tale modello, si dovrà allegare la documentazione richiesta ai fini della concessione del piano straordinario. Se la richiesta è accolta, si accederà al piano straordinario che però, a differenza di quello ordinario, consente di pagare il debito solo con rate costanti.
Peggioramento delle condizioni del debitore
In alcuni casi, le condizioni economiche di chi ha sottoscritto un piano di rateizzazione possono peggiorare, rendendo difficile il pagamento delle rate concordate. In tali situazioni, è possibile richiedere un’estensione dei tempi di pagamento delle rate al fine di rendere più agevole l’adempimento dell’accordo di rateizzazione. Questa estensione, chiamata proroga, può essere richiesta una sola volta e offre la possibilità di allungare il periodo di pagamento delle rate.
La proroga può essere di due tipi:
- Proroga ordinaria: consente di estendere il piano di rateizzazione fino a un massimo di ulteriori 72 rate, corrispondenti a un periodo massimo di 6 anni aggiuntivi.
- Proroga straordinaria: offre la possibilità di estendere il piano di rateizzazione fino a un massimo di ulteriori 120 rate, equivalenti a un periodo massimo di 10 anni aggiuntivi.
Per richiedere la proroga, è necessario presentare una domanda motivata all’Agenzia Entrate Riscossione. Nella domanda, è importante dichiarare che, dopo la concessione del piano di rateizzazione, si è verificato un peggioramento della propria situazione economica temporanea, rendendo difficile il rispetto degli impegni finanziari. La motivazione della richiesta è fondamentale per valutare la possibilità di concedere la proroga.
La possibilità di richiedere la proroga offre una certa flessibilità ai contribuenti che si trovano in difficoltà finanziarie, consentendo loro di adeguare i pagamenti alle proprie capacità economiche. Tuttavia, è importante essere consapevoli che la proroga può comportare l’applicazione di interessi aggiuntivi e altre condizioni, quindi è consigliabile valutare attentamente le proprie opzioni prima di presentare la richiesta.
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